"…Se il popolo sardo, meno colto ed evoluto di altri, ha resistito meglio dei popoli di ogni altra regione d’Italia, alla sopraffazione fascista, tanto che la Sardegna fu definita amaramente dal Duce "l’Isola refrattaria" è perché il popolo nostro pur nella sua miseria non era ancor guasto dal moderno materialismo, e sentiva che l’anima, l’ideale ha più valore dello stomaco. Perché il Partito Sardo (pur avendo nel suo programma tanto patrimonio di formule economiche e pratiche, dalla rivendicazione di classe, di tipo Marxista, alla libertà doganale, all’autonomia ) non aveva per base l’interesse materiale, e per fine unico il paradiso del ventre, bensì una fiamma pura, un "sogno", un sentimento prezioso….. "Sardigna".
Il suo essere donna estremamente politicizzata, caratteristica d’eccezione per il tempo, fece si che si differenziasse dalle altre donne,
veniva infatti chiamata con l’appellativo di "Mariannedda e sos Battor Moros".
Mostrò, con orgoglio e talvolta con imprudenza, il proprio amore per la Sardegna.
La tenacia ed il coraggio la portarono a dichiarare apertamente, a discapito della sua incolumità, il suo essere antifascista.
Lottò contro le forze del governo che opprimevano la popolazione sarda come del resto quella italiana.