A testimoniare il suo impegno e la propaganda politica, restano le numerose lettere di corrispondenza destinate ai
colleghi di Partito, agli amici di Nuoro, di Sassari, Cagliari e Roma; tra i quali Emilio Lussu,
Luigi Oggiano,
Pietro Mastino,
Tinino Melis e specialmente lettere indirizzate alle devote e fedeli amiche,
Mariangela Maccioni e Graziella Sechi Giacobbe, moglie del noto
Sardista Dino Giacobbe, alla quale dedicherà una poesia pubblicata sulla rivista
"Lumen"
in occasione del delitto Matteotti intitolata “ A G.S ardente figlia di Nuoro”
dove dietro le iniziali di G.S si nasconde la vera identità di Graziella Sechi.
Mariangela Maccioni nacque a
nuoro nel 1891, giovane maestra elementare , chiamata anche la
maestra resistente per il suo essere antifascista e per essere stata esclusa dall’insegnamento statale nel 1937 per
volere fascista con l’accusa di conservare in casa libri antifascisti.
Si rifiutò di partecipare, nel 1923, alla cerimonia per il primo anniversario della marcia su Roma, incoraggiò i suoi
alunni al canto di "bandiera rossa" e si assentò ad una lezione sulla grandezza d’animo ed il genio del duce.
Graziella Sechi Giacobbe nacque nel 1901 conosciuta anch’essa per il suo spirito e sentimento antifascista che dichiarò
d’essere durante un interrogatorio per via della dura lotta fatta al marito Dino Giacobbe.
Queste due donne intellettuali, antifasciste, femministe e sardiste formarono, insieme a Marianna, quella che si chiamò
la "Triade femminista sardista".