...sopratutto un occasione di crescita della consapevolezza di come una donna, da un lato comune e dall’altro eccezionale, contribuì all’affermazione della nostra identità culturale, all’alfabetizzazione del popolo Oranese e di come clamorosamente si operò per la crescita collettiva delle donne, della loro evoluzione e alla coscientizzazione di essere protagoniste della vita economica e politica del paese.
Ciò che mi ha spinto a coltivare la memoria di Marianna è stato sia il dovere civile come cittadina Sarda, sia l’affetto e la curiosità cresciuti dentro e insieme a me grazie a mia nonna che fu vicina di casa, intima amica e confidente di Marianna e la sorella Ignazia. Ricordo quando fin da piccolissima mi recavo a casa di Ignazia per farmi raccontare, come fosse un cantastorie, la vita di Marianna a episodi.

Fu una delle poche donne sarde a rappresentare, cosi tenacemente, e a contribuire alla diffusione del Partito Sardo d’Azione; ricordiamo ancora una volta che Marianna riuscì a fare tutto ciò, stando sempre chiusa nella sua casa a causa della malattia, fu lei addirittura a cucire la bandiera del Partito e da combattente antifascista aiutò persino l’amico Emilio Lussu a nascondersi nella sua casa ad Orani dentro una botola sotterranea evitando che i fascisti lo catturassero.


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