Un insieme di patologie che le causavano atroci dolori articolari, improvvise febbri reumatiche e
soprattutto una debolezza che limitò tutte le sue attività, obbligandola a trascorrere interminabili giornate tra
le quattro mura della sua casa.
Marianna, mentre recitava i versi del vangelo, morì di un cuore polmonare a causa del lungo affaticamento cardiaco
provocato dalle difficoltà respiratorie.
Anche la casa Bussalai conserva una propria storia; le architravi in trachite rossa e gli stipiti di alcune porte
riportano l’arte e la cultura Pisana.
In passato fu residenza estiva dei vescovi di Ottana fino a quando nel XVI secolo la famiglia Angioy (che diede i natali al rivoluzionario Giò Maria Angioy) acquistò la casa; fu proprio da questa nobile famiglia che risale la
discendenza della Bussalai, ricordiamo infatti che la mamma di Marianna portava il cognome dell’Alter Nos degli
Angioy.
Proprio questa casa diventò luogo di riflessioni, di incontri segreti, di attente letture ed accorte scritture,
come scrisse nel suo saggio “grotta della vipera“ Michele Columbu: un microcosmo, una remota cellula di
resistenza al fascismo, in cui si accendono dibattiti, si affacciano dubbi e dissensi, serpeggiano insidie come
nelle grandi città.